“urlo straziante di dolore…atto di amore per l’umanità”

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L’urlo straziante, frutto di quel dolore lacerante, allorquando ti strappano il bene più prezioso.

Madre, figlio, donna, uomo, giovane e vecchio…nessuno ne è, ne tantomeno ne sarà mai risparmiato. Tante volte ognuno di noi “vive” il dolore. Tante volte la nostra strada è la “via del calvario”.Quante volte ci chiediamo:perché a me?

In questi giorni è doverosa questa riflessione, ad di là di sentirsi cristiani credenti e non…perché il dolore, ripeto, tocca a tutti. Siamo viandanti in un tempo senza fine. Siamo naufraghi di un mare tempestoso. Il dolore va “abbracciato” , va “vissuto”….entra nel sangue, irrora ogni singola cellula del nostro corpo. Il dolore riesce a metabolizzarlo solo chi conosce amore.

L’amore è l’antidoto per la vita. Una madre sa amare. Una madre crede e confida nel domani…nella vita. Difatti il “figlio” è risorto. Il senso della Pasqua e della resurrezione: “dal dolore, chi sa donare amore, rinasce”. Rinascita, quale voto augurale per l’umanità è il mio fervido augurio per voi tutti.

Angelo Risi

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“un attacco al “cuore” d’Europa e dell’umanità”

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Il giorno dopo l’attacco a Bruxelles, con il cuore in gola e l’ansia per il domani, mi piace esternare qualche pensiero.Il sentore di una grande sofferenza verso l’occidente, fù confermato già il novembre scorso con l’attacco consumatosi a Parigi. Non era questo il “sogno europeo” di Adenauer, De Gasperi e Schuman. Capisco gli interessi socio-economici di un mercato globale, ciò che non capisco è la perdita di umanità.L’Europa, seppur lentamente ha camminato in direzione dell’integrazione e dell’accoglienza, vivendo tra mito e realtà, spesso ha fatto i conti con il superamento degli egoismi nazionali e si è dotata di politiche comunitarie a cominciare dalla politica estera internazionale. In questo scenario, avendo a cuore l’autodeterminazione dei popoli quale principio fondamentale di diritto internazionale di scegliere liberamente il proprio sistema di governo; ed avendo, altresì rispetto delle diversità culturali e religiose: come credente non “fanatico”, mi riesce difficile capire e di conseguenza accettare azioni “scellerate” svolte per fanatismo in virtù di un credo ideologico.

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Il fanatismo non è detto che viene da lontano, può essere annidato anche in casa nostra.E’ nostro dovere, quali cittadini italiani ed europei, capire oltre che condannare fermamente i motivi che spingono talune forme estreme ad adottare comportamenti nocivi all’umanità. E’ nostro dovere proteggere i figli d’Europa e i figli dell’umanità intera. Non mi dilungo, per non incorrere in pensieri che potrebbero essere mal interpretati.Esprimo, invece, il mio cordoglio al popolo Belga e all’intera Europa colpita nel suo “cuore”.

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Concludo questo mio scritto con un’aforisma di Martin Luther King:
abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l’arte di vivere da fratelli”.

Angelo Risi

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Una “nuova primavera” nel Cilento

Da qualche tempo, in questo territorio, si respira un’aria nuova…primaverile.
Ovunque, associazioni ed enti sono impegnati nell’organizzazione di eventi culturali atti a promuovere uno “stile di vita”, ci si riporta, pertanto, alle origini; rispolverando storia,tradizioni, usi e finanche leggende.Ne consegue che per la “messa in scena” del nostro “patrimonio culturale”è necessaria la partecipazione di risorse umane e qualificate.In tal senso è degna di nota la partecipazione di “Teatro 90” che nelle Marche in Occasione del 24° Festival di Tipicità 2016, ha presentato uno spettacolo: “rievocazione storica dei moti del 1828” di Alessandro Caiazza e Serena Stella, con la direzione artistica di Gaetano Stella.cilento took moti

La partecipazione a “Tipicità : made in Marche Festival” sostenuta e voluta da Took Cilento Marche, ha visto la partecipazione di sei Comuni Cilentani (Tortorella, Casaletto Spartano,Rofrano, Piaggine, Camerota, Morigerati) – la manifestazione si è tenuta a Fermo il 5,6 e 7 marzo – Il Cilento ha rappresentato le sue eccellenze e le sue tipicità . Ma non è di questo che voglio parlare bensì della partecipazione di “Teatro 90” che ha rappresentato un Cilento di Storia e di Cultura, dando prova di quanto sia importante l’ausilio delle “arti sceniche” in un progetto per la valorizazione delle risorse endogene, la promozione del territorio a sostenibilità delle attività turistiche. Mi piace definirla una presa di coscienza avvenuta nella parte “politica”, che per lungo tempo (quasi un dormiente inverno) ha sottovalutato le “potenzialità espressive”. Oggi, risvegliandosi ne sta scoprendo l’importanza. Difatti dopo tale partecipazione, l’esperienza di Teatro 90 continua con una serie di manifestazioni che toccheranno i sei comuni coivolti nel progetto.

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Era tempo….visto che per una scelta di comunicazione e di cultura, i media da decenni, con i vari “format” televisivi hanno “educato” la nazione.
Folklore e teatralità hanno accompagnato tavole imbandite di prodotti tipici – risultati di una eccellente enogastronomia italiana– un connubio di cultura.

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Alla luce di questo, alla nostra terra cilentana, auspico una “nuova primavera” all’insegna delle arti…così come auspico l’apertura di indirizzi formativi in tal senso.

(Angelo Risi)

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“Un incurabile malato”

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Tante volte ho provato a spiegarmi: quando e da dove è nata la mia passione per la recitazione, non sono mai riuscito a darmi risposta. Penso sia nata con me…credo sia una malattia.
Di questo me ne sono convinto quando per caso, ho letto un aforisma del grande Vittorio Gassman, che testualmente riporto: “Recitare non è molto diverso da una malattia mentale: un attore non fa altro che ripartire la propria persona con tante altre. E’ una specie di schizofrenia”.

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Alla luce di questo e considerando che vari sono stati i personaggi da me interpretati nel corso degli anni, ritengo sia stato una sorta di viaggio per capire il completo significato della vita, guardandola da angolazioni diverse. Actor (dal Latino) è colui che agisce. Essere un attore è la cosa più solitaria del mondo. Concentrazione ed immaginazione è tutto ciò che hai per esprimere e impersonare a meglio qualcun altro.

L’attore fondamentalmente è un bugiardo, recita la vita e i momenti del personaggio; è un narcisista, ma è anche molto intelligente. Difatti Lena Olin scrive: “Per essere un buon attore devi essere molto intelligente. Ma per essere un grande attore devi avere dentro di te una vena di io sono un idiota, un pazzo completo”.12800394_836640963128747_6840099605897742719_n

Se è vero che la voglia di recitare è una malattia, vi confesso di essere un incurabile malato.

Angelo Risi

Lo scatto a colori è del fotografo Ciriaco De Lio

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“Crescere….insieme”

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Un territorio inteso come “cultura”, va sostenuto attraverso la tutela, la valorizzazione e la promozione delle molteplici attività che sono alle radici del suo “patrimonio” e ne costituiscono l’articolata espressione. Con questo “intento”, nella comunicazione e nella partecipazione e’ di fondamentale importanza l’approfondimento di aspetti essenziali della storia dello stesso, come gli idiomi e le tradizioni popolari a volte poco conosciuti dalle generazioni più giovani ma comunque destinati a suscitare interessi e stimoli utili a comprendere il presente nei prescindibili legami col passato. Comunicare quindi con conoscenza e consapevolezza e’ la base necessaria per essere credibili. La valorizzazione del patrimonio va attuata anche attraverso il coordinamento delle attività e delle forze Culturali ed Istituzionali esistenti sull’intero territorio. Purtroppo, spesso, questo non accade, in quanto il campanilismo e l’individualismo con tutte le sue “sfumature caratteriali” prende il sopravvento, con la inevitabile conseguenza di una decrescita culturale.

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Per aprire “nuovi orizzonti” … auspico, occasioni di maggior confronto e creazione di una rete che ci veda tutti coinvolti. Un Abbraccio!

Angelo Risi
© foto di Angelo Risi – testi e foto riproduzione vietata

 

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Uno “scatto”….un atto di amore

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Le lodi alla natura e le esaltazioni della sua bellezza si rifanno al pensiero filosofico greco: infatti secondo i greci il cosmo viene concepito come immagini di cui meravigliarsi, da contemplare e a cui essere devoti.
Partendo da questo pensiero l’uomo dovrebbe rapportarsi con la natura e preservare le caratteristiche che mantengono l’equilibrio dell’ambiente e a considerarlo fonte inesauribile per migliorare le proprie condizioni.
Conoscere la natura e celebrarla quasi come S.Francesco da Assisi che nel “Canto di frate Sole”, loda lo splendore della natura, incontaminata dalla mano dell’uomo, e la descrive come frutto dell’onnipotenza di Dio e quindi celebrativo della Creazione.

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Con questi pensieri mi piace parlarvi di chi con la sua “arte fotografica”ci regala immagini emozionanti e celebrative della bellezza della natura e di un territorio.
Un aforisma di Vincent Van Gogh recita: “ E poi, ho la natura e l’arte e la poesia, e se questo non è sufficiente, che cosa posso volere di più?”

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L’amica Cristina Guida appassionata di fotografia da sempre, nei suoi scatti, a mio sommesso parere, focalizza e sintetizza il suddetto pensiero.Sicuramente è nel suo patrimonio genetico il rispetto e l’attrazione verso la natura e le sue bellezze.

Ho avuto modo di osservarla durante un percorso trekking sul Monte Bulgheria. Lei, quasi estasiata da tutto ciò che la circondava, attenta osservatrice, sempre pronta ad uno scatto.

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La sua grande sensibilità la porta a stabilire un contatto con il soggetto da immortalare. Ha la capacità di cogliere l’attimo giusto, la luce, la vitalità, a volte persino l’anima.

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Il risultato dei suoi scatti è sorprendente, meraviglioso, unico…di sicuro un “atto di amore” per la natura e per il territorio. Grazie Crì!!!!

Angelo Risi

Foto di Cristina Guida

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L’uomo dei “Panari”

di Gianni Ferramosca

Una volta dato inizio ai primi intrecci, non avrebbe più potuto distrarlo nessuno dal suo lavoro.

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A ben guardarlo, sembrava rapito dalla solitudine della sua stessa memoria, mentre il suo superbo talento, come prigioniero di un mantra, dimenticava adesso persino la stessa percezione del tempo.

Tutto questo, mentre le sue nodose mani da contadino toccavano quei leggeri fili di vimini come se fossero cipolle, o addirittura patate. Tuttavia, questo non gli impediva affatto di continuare la costruzione della sua ragnatela d’incroci, con sapienza antica, quasi divina. 

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Sono lontani gli anni in cui fu sottoposto alla dura disciplina imposta dai maestri, da suo Padre in particolare, per il quale, qualsiasi cosa facesse era “peccato”. Ovviamente, il peccato più grave era quello di dedicarsi ad un attimo d’ozio o di gioco.

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Eppure, è a questi irriverenti ricordi d’infanzia, che un tempo gli negarono i giochi nei campi con i suoi coetanei, a cui deve il suo saper costruire oggetti comuni, ai quali, restituire la magia che una volta ebbero.  

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Nonostante la magia profusa da Zio Domenico funzioni benissimo, tanto che mi pare di udire le voci e di percepire i profumi di un tempo, traspare la nostalgia per questo mondo avviato al suo declino. 

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In un epoca popolata solo da oggetti di plastica, in cui non siamo più in grado di costruirci qualcosa dal nulla, questo sarà l’ultimo “panaro” realizzato davanti ai miei occhi.

Grazie, Zio Domenico.

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“Comunque vada sarò con te”

“Comunque vada sarò con te”

Quando qualche mese fa Carmine Iorio mi parlò di un progetto di “Cinema indipendente”, pur non sapendo l’argomento che andasse a trattare, d’istinto manifestai prontamente la mia disponibilità ad accompagnarlo in questa sua avventura.Solo successivamente, a copione ultimato, sono venuto a conoscenza del testo, che affronta il tema dell’omosessualità, delineato con freschezza e delicatezza.

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Carmine frequenta l’ultimo anno del liceo scientifico “Carlo Pisacane” di Sapri. E’ un ragazzo spontaneo, creativo, esuberante, una vitalità non comune. In lui ho rivisto me stesso alla sua età.
La stessa voglia di vivere, di comunicare, di emergere…Il suo entusiasmo mi ha letteralmente travolto ed è per questo che gli sono grato.A lui mi lega non solo la passione per le arti sceniche, ma un rapporto reciproco di stima e rispetto, che impersonificheremo nel cortometraggio con i rispettivi ruoli di padre e figlio.

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A giorni inizieremo le riprese, con la regia di Ciriaco De Lio e Giuseppe (Jepis) Rivello.Nel cast con noi, Biancarosa di Ruocco, Alessandro Musella, Luisa Petraglia, Rossella Costa e Sonia Manfredi. Il corto sarà presentato al Giffoni Film Festival, Caselle Film Festival, Villammare Film Festival, Euganea Film Festival, Globo d’oro di Roma, Montelupo Fiorentino Film Festival.
A conclusione di questo comunicato non mi resta che dire:comunque vada sarò con te!

Angelo Risi

Foto di Ciriaco De Lio

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“Oh Valentino” … La primavera ritorna sempre con il biancospino

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Oggi il bel tempo mi consente di fare una passeggiata. Avverto il bisogno di stare un po’ da solo. Credo che capiti a tutti di voler stare un po’ con se stessi, di volersi mettere in contatto con il proprio “io”; con questo intento mi avventuro lungo sentieri a me noti e cari. La natura comincia a risvegliarsi, esce dal torpore dell’inverno il biancospino che annuncia la primavera. Un’ esplosione di fiori bianchi, riuniti in piccoli corimbi dal profumo intenso e inebriante su rami all’apparenza morti, infatti le foglie di forma romboidale e dentellate sull’apice si svilupperanno successivamente. Quest’arbusto può raggiungere i dieci metri di altezza e si trova dovunque nella macchia mediterranea.

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La visione di queste “nuvole bianche” incastonate nella quasi spoglia macchia mi rammenta versi poetici : “Oh! Valentino vestito di nuovo, come le brocche dei biancospini!…” Così Giovanni Pascoli iniziava la sua famosa poesia “Oh Valentino”. Mi piace ricordare questo primo passo poetico del Pascoli, in quanto pieno di speranza. Non resta che sperare nella primavera. Ed infatti arriva a marzo, e Valentino indossa il vestito nuovo fattogli dalla mamma. Continuo a passeggiare lungo il sentiero, curioso come sempre osservo tutto, estasiato dall’odore forte di questi fiori bianchi.

Angelo Risi
© foto di Angelo Risi – testi e foto riproduzione vietata

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