Gemellaggio Celle di Bulgheria / Veliki Preslav (città Bulgara) si concretizza un “antico legame”

Da sempre uomini di cultura e appassionati di storia locale, hanno ricercato fonti e testimonianze e versato fiumi di inchiostro per narrare di gesta antiche nei nostri luoghi, al fine di verificare le nostre origini culturali. Leggende e verità nascoste, prove e testimonianze, tutto contribuisce alla formazione di quel patrimonio che necessita all’uomo per vivere i suoi luoghi con rispetto e dignità.

Ed è per questo che alle volte chi ha scritto e scrive la storia dei luoghi, anche in assenza di prove documentali, ne traccia la storia tramandando leggende sopravvissute ai tempi che fino a prova contraria restano pur sempre una verità. Per quanto detto, anche chi in passato ha scritto della presenza di insediamenti Bulgari nei nostri territori, non avendo prove concrete, spesso ha romanzato il testo. Difatti vi sono delle discordanze tra le varie teorie. A tal proposito vi consiglio la lettura del testo “Memorie Riccellesi” di Pasquale Carelli/Mariangela Stanziola che si sono avvalsi della collaborazione di altri soggetti che con essi condividono la passione per la ricerca storica.

Con questo libro di “tracce, documenti e ipotesi sull’antico territorio cellese”, gli autori hanno cercato di costruire i percorsi storici del nostro territorio dal primo insediamento in epoca romana di cui sono state evidenziate delle “tracce” a tutto l’ottocento.

memorie ricellesi

Numerosi sono gli autori e le note bibliografiche menzionate a conferma dell’ excursus storico-culturale. Ogni storico si pone delle domande e cerca delle risposte. Una in particolare, ed è la stessa alla quale anche altri hanno cercato di rispondere: la veridicità degli insediamenti Bulgari nei nostri territori, il perchè del toponimo monte “Bulgheria”. Nessuna conferma è avvenuta in passato in quanto nessuna prova rilevante e attendibile è stata reperita. Il ritrovamento invece di una cartina del XV secolo che evidenzia il toponimo Bulgaria – redatta in epoca successiva agli insediamenti Bulgari avvenuti tra il VII e XI secolo – e riferimenti bibliografici debitamente citati nel libro, hanno permesso di scoprire la presenza di una lunga e possente costruzione muraria orientata in direzione est-ovest che parte da un luogo denominato le Celle, scavalca lato monte l’abitato di Poderia e termina ad ovest in prossimità di una altura contrassegnata dal disegno di una chiesa con la denominazione di Santo Costantino (cit.:Autore Carelli).

cartina bulgaria

Alla luce di questi ritrovamenti e per i riferimenti bibliografici possiamo quasi confermare definitivamente la presenza storica dei Bulgari anche nei nostri territori. Finanche i Santuari oggetto di culto evidenziano una vicinanza alla cultura Bulgara.

santuari

Ripeto, ancora una volta, per chi ha voglia di approfondire, consiglio la lettura del testo “Memorie Riccellesi”.

Ma c’è da dire che anche in assenza di prove è stato ed è nostro patrimonio culturale quel senso di appartenenza a chi per cultura, tradizioni ed usi ci assomiglia.

Va detto anche che dalla fine degli anni ottanta il nostro Comune ha intrapreso un cammino amicale con il popolo Bulgaro, rafforzatosi nel tempo, al punto che nei giorni scorsi il sindaco Gino Marotta insieme al sindaco di Roccagloriosa con una delegazione a seguito tra cui il Carelli, hanno visitato la città Bulgara di Veliki Preslav e siglato un accordo con il collega Alexander Gorcev nel segno di uno sviluppo turistico comune.

Gemellaggio1

In tale occasione il Carelli ha relazionato su quanto ricercato e scritto, intervento ripreso dalle Tv nazionali Bulgare. Di seguito publico alcune slide:

viaggio bulgari italia

gemellaggio

L’atto di gemellaggio verrà ufficializzato in Celle di Bulgheria il prossimo giugno, alla presenza della delegazione Bulgara.

In conclusione, anche nel legittimo dubbio di un antico passaggio della cultura Bulgara, con l’odierno gemellaggio avente “l’obiettivo di avviare uno scambio turistico, culturale e commerciale con la Bulgaria e riscoprire allo stesso tempo la nostra storia” (cit.Sindaco Marotta) il futuro scriverà di una reale presenza Bulgara in questo nostro tempo moderno.

I miei migliori auspici per un proficuo e reciproco scambio culturale-economico all’insegna di una comune crescita.

(A.Risi)

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Salerno prevede apertura facoltà di agraria, Sapri rischia chiusura istituto agrario

angelo falcia uno

L’agricoltura al momento è un simbolo della fiducia nel futuro,ed è l’unico settore in crescita. I giovani credono che il ritorno alla coltivazione della terra possa rappresentare un impulso positivo; le possibilità di occupazione aumentano, così come sale il numero dei ragazzi che si iscrivono alle scuole di agricoltura. In Italia è molto sviluppata, il nostro paese dispone infatti di una struttura molto varia e anche la ricchezza di acqua ci permette di ottenere una grande varietà di prodotti agricoli ed ortofrutticoli di ottima qualità, merito questo anche degli agricoltori Italiani che con grande passione si dedicano da sempre a migliorare le loro produzioni sotto i profili della qualità e salubrità.Le nuove tecniche colturali confermano la modernità del modello di sviluppo agricolo italiano, che potrà rappresentare un punto di riferimento per gli altri settori.

Rammento appena che il mio lavoro di assistente tecnico mi vede impiegato presso un istituto agrario del basso Cilento e precisamente Sapri .

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Stamane casualmente ho letto che l’Università di Salerno nel piano dell’offerta formativa prevede l’istituzione di un nuovo corso di laurea:Gestione e Valorizzazione delle Risorse agrarie e delle aree protette – e problematiche ed opportunità dei progetti di Alternanza Scuola-Lavoro alla luce della L. 107/2015. – (fonte: www.occhiodisalerno.it).Notizia che prontamente ho accolto con entusiasmo in quanto questa nascente facoltà è logisticamente più vicina al Cilento. Ma questa notizia mi ha dato anche lo spunto per una riflessione in casa “nostra”…difatti, mentre ero impegnato a svolgere lavori manutentivi nell’azienda agraria..mi chiedevo:quanti giovani del basso Cilento frequenteranno questa facoltà? E poi …per quanto tempo forniremo utenza? Non sono riuscito a darmi una risposta.Con rammarico devo constatare che questa nostra terra va in controtendenza con gli indirizzi ed esiti nazionali.Difatti,in piena sincerità,va detto che l’unico Istituto agrario a sud della provincia di Salerno( in un territorio a sviluppo prevalentamente agricolo) a causa di scarsa affluenza di utenza negli anni che verranno rischia la chiusura..una morte annunciata.

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Ricordo appena che le campagne si stanno spopolando…la stragante maggioranza degli operatori agricoli è avanti negli anni …e che in assenza di “ringiovanimento” di esse…il nostro territorio rischia di versare in uno stato di “abbandono”.

Da qui mi chiedo e vi chiedo:

  • a che serve parlare di dieta mediterranea se non saremo in grado di fornire i prodotti locali?
  • A che servono gli orti didattici se non siamo in grado di orientare e fornire utenza all’indirizzo formativo?
  • A che serve la politica agricola se non si formano gli operatori del settore?

Una presa di coscienza è necessaria da parte di tutti! Con la stima di sempre vi abbraccio!!!!

Angelo Risi

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“Meeting del Mare” xx edizione …”un mare burrascoso”

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Il primo caldo risveglia la terra cilentana e riscalda gli animi di taluni suoi abitanti.Difatti in questi giorni primaverili,delle “note polemiche” ruotano intorno all’annuale evento:Meeting del Mare – giunto alla ventesima edizione. Un evento ideato da don Gianni Citro, quale incontro spontaneo di culture artistico – musicale, organizzato e manifestato da sempre nella splendida località balneare di Marina di camerota. Quest’anno a causa di “dissapori” tra il Patron della manifestazione e il Sindaco pro-tempore, questa edizione (in base alle ultime notizie) sarà itinerante e si svolgerà a Sapri e Agropoli, con una eventuale terza tappa da definire.

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Lungi da me l’idea di voler entrare nel merito della questione…ma…seppur comprendendo la delusione di chi per anni ha ospitato il Meeting, mi è difficile “digerire” qualsiasi “nota di demerito” ,qualsivoglia “strumentalizzazione” o “sterile polemica”che possa nuocere all’immagine e agli interessi dell’intero territorio – che come spesso scrivo:per la sua crescita necessita dell’impiego di tutte le “energie”disponibili.

Un noto proverbio recita:” non tutti i mali vengono per nuocere”. Questa occasione deve essere momento di attenta riflessione da parte di tutti, al fine di superare “mentalità campanilistiche” ed acquisire la consapevolezza di “appartenenza”ad un unico territorio meritevole di egual sviluppo. Personalmente penso anche: che le idee nascono nella testa..ma una volta espresse verbalmente non sono solo di chi le avute.Una volta verbalizzate ed attuate appartengono alla cultura generale e in taluni casi sono “patrimonio dell’umanità”. La denominazione stessa “Meeting del mare”ne designa l’apertura culturale e mentale, pertanto, auspico per il bene di tutto il territorio e per la sopravvivenza dell’evento stesso, il prosieguo dell’incontro di culture artistico – musicale (così come è sempre stato)al di la dei luoghi …nel rispetto di istituzioni,opinioni e libertà.

Angelo Risi

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“urlo straziante di dolore…atto di amore per l’umanità”

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L’urlo straziante, frutto di quel dolore lacerante, allorquando ti strappano il bene più prezioso.

Madre, figlio, donna, uomo, giovane e vecchio…nessuno ne è, ne tantomeno ne sarà mai risparmiato. Tante volte ognuno di noi “vive” il dolore. Tante volte la nostra strada è la “via del calvario”.Quante volte ci chiediamo:perché a me?

In questi giorni è doverosa questa riflessione, ad di là di sentirsi cristiani credenti e non…perché il dolore, ripeto, tocca a tutti. Siamo viandanti in un tempo senza fine. Siamo naufraghi di un mare tempestoso. Il dolore va “abbracciato” , va “vissuto”….entra nel sangue, irrora ogni singola cellula del nostro corpo. Il dolore riesce a metabolizzarlo solo chi conosce amore.

L’amore è l’antidoto per la vita. Una madre sa amare. Una madre crede e confida nel domani…nella vita. Difatti il “figlio” è risorto. Il senso della Pasqua e della resurrezione: “dal dolore, chi sa donare amore, rinasce”. Rinascita, quale voto augurale per l’umanità è il mio fervido augurio per voi tutti.

Angelo Risi

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“un attacco al “cuore” d’Europa e dell’umanità”

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Il giorno dopo l’attacco a Bruxelles, con il cuore in gola e l’ansia per il domani, mi piace esternare qualche pensiero.Il sentore di una grande sofferenza verso l’occidente, fù confermato già il novembre scorso con l’attacco consumatosi a Parigi. Non era questo il “sogno europeo” di Adenauer, De Gasperi e Schuman. Capisco gli interessi socio-economici di un mercato globale, ciò che non capisco è la perdita di umanità.L’Europa, seppur lentamente ha camminato in direzione dell’integrazione e dell’accoglienza, vivendo tra mito e realtà, spesso ha fatto i conti con il superamento degli egoismi nazionali e si è dotata di politiche comunitarie a cominciare dalla politica estera internazionale. In questo scenario, avendo a cuore l’autodeterminazione dei popoli quale principio fondamentale di diritto internazionale di scegliere liberamente il proprio sistema di governo; ed avendo, altresì rispetto delle diversità culturali e religiose: come credente non “fanatico”, mi riesce difficile capire e di conseguenza accettare azioni “scellerate” svolte per fanatismo in virtù di un credo ideologico.

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Il fanatismo non è detto che viene da lontano, può essere annidato anche in casa nostra.E’ nostro dovere, quali cittadini italiani ed europei, capire oltre che condannare fermamente i motivi che spingono talune forme estreme ad adottare comportamenti nocivi all’umanità. E’ nostro dovere proteggere i figli d’Europa e i figli dell’umanità intera. Non mi dilungo, per non incorrere in pensieri che potrebbero essere mal interpretati.Esprimo, invece, il mio cordoglio al popolo Belga e all’intera Europa colpita nel suo “cuore”.

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Concludo questo mio scritto con un’aforisma di Martin Luther King:
abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l’arte di vivere da fratelli”.

Angelo Risi

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Una “nuova primavera” nel Cilento

Da qualche tempo, in questo territorio, si respira un’aria nuova…primaverile.
Ovunque, associazioni ed enti sono impegnati nell’organizzazione di eventi culturali atti a promuovere uno “stile di vita”, ci si riporta, pertanto, alle origini; rispolverando storia,tradizioni, usi e finanche leggende.Ne consegue che per la “messa in scena” del nostro “patrimonio culturale”è necessaria la partecipazione di risorse umane e qualificate.In tal senso è degna di nota la partecipazione di “Teatro 90” che nelle Marche in Occasione del 24° Festival di Tipicità 2016, ha presentato uno spettacolo: “rievocazione storica dei moti del 1828” di Alessandro Caiazza e Serena Stella, con la direzione artistica di Gaetano Stella.cilento took moti

La partecipazione a “Tipicità : made in Marche Festival” sostenuta e voluta da Took Cilento Marche, ha visto la partecipazione di sei Comuni Cilentani (Tortorella, Casaletto Spartano,Rofrano, Piaggine, Camerota, Morigerati) – la manifestazione si è tenuta a Fermo il 5,6 e 7 marzo – Il Cilento ha rappresentato le sue eccellenze e le sue tipicità . Ma non è di questo che voglio parlare bensì della partecipazione di “Teatro 90” che ha rappresentato un Cilento di Storia e di Cultura, dando prova di quanto sia importante l’ausilio delle “arti sceniche” in un progetto per la valorizazione delle risorse endogene, la promozione del territorio a sostenibilità delle attività turistiche. Mi piace definirla una presa di coscienza avvenuta nella parte “politica”, che per lungo tempo (quasi un dormiente inverno) ha sottovalutato le “potenzialità espressive”. Oggi, risvegliandosi ne sta scoprendo l’importanza. Difatti dopo tale partecipazione, l’esperienza di Teatro 90 continua con una serie di manifestazioni che toccheranno i sei comuni coivolti nel progetto.

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Era tempo….visto che per una scelta di comunicazione e di cultura, i media da decenni, con i vari “format” televisivi hanno “educato” la nazione.
Folklore e teatralità hanno accompagnato tavole imbandite di prodotti tipici – risultati di una eccellente enogastronomia italiana– un connubio di cultura.

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Alla luce di questo, alla nostra terra cilentana, auspico una “nuova primavera” all’insegna delle arti…così come auspico l’apertura di indirizzi formativi in tal senso.

(Angelo Risi)

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“Un incurabile malato”

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Tante volte ho provato a spiegarmi: quando e da dove è nata la mia passione per la recitazione, non sono mai riuscito a darmi risposta. Penso sia nata con me…credo sia una malattia.
Di questo me ne sono convinto quando per caso, ho letto un aforisma del grande Vittorio Gassman, che testualmente riporto: “Recitare non è molto diverso da una malattia mentale: un attore non fa altro che ripartire la propria persona con tante altre. E’ una specie di schizofrenia”.

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Alla luce di questo e considerando che vari sono stati i personaggi da me interpretati nel corso degli anni, ritengo sia stato una sorta di viaggio per capire il completo significato della vita, guardandola da angolazioni diverse. Actor (dal Latino) è colui che agisce. Essere un attore è la cosa più solitaria del mondo. Concentrazione ed immaginazione è tutto ciò che hai per esprimere e impersonare a meglio qualcun altro.

L’attore fondamentalmente è un bugiardo, recita la vita e i momenti del personaggio; è un narcisista, ma è anche molto intelligente. Difatti Lena Olin scrive: “Per essere un buon attore devi essere molto intelligente. Ma per essere un grande attore devi avere dentro di te una vena di io sono un idiota, un pazzo completo”.12800394_836640963128747_6840099605897742719_n

Se è vero che la voglia di recitare è una malattia, vi confesso di essere un incurabile malato.

Angelo Risi

Lo scatto a colori è del fotografo Ciriaco De Lio

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“Crescere….insieme”

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Un territorio inteso come “cultura”, va sostenuto attraverso la tutela, la valorizzazione e la promozione delle molteplici attività che sono alle radici del suo “patrimonio” e ne costituiscono l’articolata espressione. Con questo “intento”, nella comunicazione e nella partecipazione e’ di fondamentale importanza l’approfondimento di aspetti essenziali della storia dello stesso, come gli idiomi e le tradizioni popolari a volte poco conosciuti dalle generazioni più giovani ma comunque destinati a suscitare interessi e stimoli utili a comprendere il presente nei prescindibili legami col passato. Comunicare quindi con conoscenza e consapevolezza e’ la base necessaria per essere credibili. La valorizzazione del patrimonio va attuata anche attraverso il coordinamento delle attività e delle forze Culturali ed Istituzionali esistenti sull’intero territorio. Purtroppo, spesso, questo non accade, in quanto il campanilismo e l’individualismo con tutte le sue “sfumature caratteriali” prende il sopravvento, con la inevitabile conseguenza di una decrescita culturale.

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Per aprire “nuovi orizzonti” … auspico, occasioni di maggior confronto e creazione di una rete che ci veda tutti coinvolti. Un Abbraccio!

Angelo Risi
© foto di Angelo Risi – testi e foto riproduzione vietata

 

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Uno “scatto”….un atto di amore

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Le lodi alla natura e le esaltazioni della sua bellezza si rifanno al pensiero filosofico greco: infatti secondo i greci il cosmo viene concepito come immagini di cui meravigliarsi, da contemplare e a cui essere devoti.
Partendo da questo pensiero l’uomo dovrebbe rapportarsi con la natura e preservare le caratteristiche che mantengono l’equilibrio dell’ambiente e a considerarlo fonte inesauribile per migliorare le proprie condizioni.
Conoscere la natura e celebrarla quasi come S.Francesco da Assisi che nel “Canto di frate Sole”, loda lo splendore della natura, incontaminata dalla mano dell’uomo, e la descrive come frutto dell’onnipotenza di Dio e quindi celebrativo della Creazione.

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Con questi pensieri mi piace parlarvi di chi con la sua “arte fotografica”ci regala immagini emozionanti e celebrative della bellezza della natura e di un territorio.
Un aforisma di Vincent Van Gogh recita: “ E poi, ho la natura e l’arte e la poesia, e se questo non è sufficiente, che cosa posso volere di più?”

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L’amica Cristina Guida appassionata di fotografia da sempre, nei suoi scatti, a mio sommesso parere, focalizza e sintetizza il suddetto pensiero.Sicuramente è nel suo patrimonio genetico il rispetto e l’attrazione verso la natura e le sue bellezze.

Ho avuto modo di osservarla durante un percorso trekking sul Monte Bulgheria. Lei, quasi estasiata da tutto ciò che la circondava, attenta osservatrice, sempre pronta ad uno scatto.

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La sua grande sensibilità la porta a stabilire un contatto con il soggetto da immortalare. Ha la capacità di cogliere l’attimo giusto, la luce, la vitalità, a volte persino l’anima.

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Il risultato dei suoi scatti è sorprendente, meraviglioso, unico…di sicuro un “atto di amore” per la natura e per il territorio. Grazie Crì!!!!

Angelo Risi

Foto di Cristina Guida

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L’uomo dei “Panari”

di Gianni Ferramosca

Una volta dato inizio ai primi intrecci, non avrebbe più potuto distrarlo nessuno dal suo lavoro.

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A ben guardarlo, sembrava rapito dalla solitudine della sua stessa memoria, mentre il suo superbo talento, come prigioniero di un mantra, dimenticava adesso persino la stessa percezione del tempo.

Tutto questo, mentre le sue nodose mani da contadino toccavano quei leggeri fili di vimini come se fossero cipolle, o addirittura patate. Tuttavia, questo non gli impediva affatto di continuare la costruzione della sua ragnatela d’incroci, con sapienza antica, quasi divina. 

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Sono lontani gli anni in cui fu sottoposto alla dura disciplina imposta dai maestri, da suo Padre in particolare, per il quale, qualsiasi cosa facesse era “peccato”. Ovviamente, il peccato più grave era quello di dedicarsi ad un attimo d’ozio o di gioco.

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Eppure, è a questi irriverenti ricordi d’infanzia, che un tempo gli negarono i giochi nei campi con i suoi coetanei, a cui deve il suo saper costruire oggetti comuni, ai quali, restituire la magia che una volta ebbero.  

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Nonostante la magia profusa da Zio Domenico funzioni benissimo, tanto che mi pare di udire le voci e di percepire i profumi di un tempo, traspare la nostalgia per questo mondo avviato al suo declino. 

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In un epoca popolata solo da oggetti di plastica, in cui non siamo più in grado di costruirci qualcosa dal nulla, questo sarà l’ultimo “panaro” realizzato davanti ai miei occhi.

Grazie, Zio Domenico.

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