Sulle orme di Ortega…Bosco di San Giovanni a Piro – Conferito il Premio Ortega 2017 al Prof. Claudio Strinati

Il “Premio Ortega” giunto alla dodicesima edizione è curato dal Comune di San Giovanni a Piro (SA) nell’ambito della rassegna “Equinozio d’Autunno” – (l’equinozio non è una ricorrenza nata dal pensiero umano bensì un particolare momento del nostro sistema solare che consente la stessa durata di giorno e notte sulla terra. Questo eccezionale evento naturale, che si verifica sempre, avviene due volte l’anno ed ha sempre affascinato ed incuriosito tutta l’umanità).

In occasione dell’equinozio autunnale nel territorio comunale di San Giovanni a Piro vengono organizzate una serie di manifestazioni ed eventi culturali con l’intento di far incontrare tradizioni e culture diverse oltre ad evidenziare il patrimonio storico-ambientale del luogo.

Equinozio…Un equilibrio tra giorno e notte. Un curare con armonia e sensibilità il lato intimo di ognuno…l’animo umano, che con gioia e dolore vive sospeso… tra la vita e la morte…tra la guerra e la pace…tra la prigionia e la libertà. Un “equinozio” …uno stato quasi sereno della vita…che Ortega ha trovato solo in questi luoghi.

Questi pensieri mi hanno condotto  in Piazza Ortega dove si è tenuta la cerimonia di conferimento del Premio dedicato al grande e indimenticato artista spagnolo Josè Garcia Ortega al prof. Claudio Strinati.

Claudio Strinati è nato a Roma nel 1948, si è laureato nel 1970 con Cesare Brandi e nel 1974 ha iniziato a lavorare presso il Ministero per i Beni e le Attività culturali. Per undici anni, fino al luglio del 2009, è stato Soprintendente per il Polo museale romano. Tra le tante esposizioni da lui ideate e realizzate con un grandissimo successo di pubblico si ricordano quella dedicata a Sebastiano del Piombo a Palazzo Venezia (Roma) nel 2008 e portata in seguito a Berlino, Il Quattrocento romano sempre nel 2008 a Roma e Caravaggio organizzata alle Scuderie del Quirinale della capitale nel 2010. Da Soprintendente è riuscito a riorganizzare musei storici come la Galleria Borghese, Palazzo Venezia, il Vittoriano e a riaprire al pubblico Palazzo Barberini, dopo decenni di oblio. Altro suo merito è di aver proceduto al restauro e alla catalogazione delle opere d’arte di Roma e del Lazio, mettendole a disposizione degli studiosi attraverso un sistema informatico che è in costante sviluppo. Lunghissima la lista delle pubblicazioni, tra libri di storia dell’arte e contributi di carattere scientifico comparsi in riviste specializzate, italiane e straniere. Tra i libri più recenti, un ciclo di volumi dal titolo Il mestiere dell’artista, editi da Sellerio, che ripercorrono la storia dell’ arte italiana dal Trecento a oggi. Nel 2010, con l’editore Skira, è stata pubblicata l’opera da lui ideata su I Caravaggeschi, risultato di lunghi anni di lavoro in collaborazione con Alessandro Zuccari. Sempre nel 2010 sono stati pubblicati due imponenti volumi, il primo su Raffaello, edito da Scripta maneant, il secondo su Bronzino edito da Viviani. Gli interessi di Claudio Strinati oltre alle arti figurative comprendono anche la musica, di cui è grande esperto, tanto da curare una rubrica settimanale sul Venerdì di Repubblica.

 

Un viaggio nella casa di Ortega…

 

Prima di arrivare al palco ho intervistato il Prof. Strinati per darvi l’idea della personalità e del carisma….

Con i Saluti Istituzionali il Sindaco Ferdinando Palazzo ha aperto la cerimonia. A seguire sono intervenuti: il Direttore del Museo Ortega, la dottoressa Anna Maria Vitale, il curatore del Premio, l’avv. Franco Maldonato e il curatore di Equinozio d’Autunno, il Vicesindaco Pasquale Sorrentino.

 

 

Fra il nutrito pubblico intervenuto, il vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro S.E. Mons. Antonio De Luca e personalità del mondo della Cultura e della Politica.

Il prof. Strinati riceve il “Premio Ortega 2017” per la seguente motivazione…

 

 

Dopo la consegna del riconoscimento al Prof. Strinati, l’illustre critico ha intrattenuto la folta ed attenta platea con una interessantissima Lectio Magistralis sul tema “La pittura civile di Ortega nel realismo sociale del ‘900”.

Descrivere ciò che si avvertiva nell’aria e riassumere la “lezione” sminuirebbe l’incanto e la magnificenza del momento vissuto. Un pensiero che piu’ di tutti mi ha colpito e che conserverò con cura è quando trattando dell’estetica del novecento ha parlato della Triade che appartiene a taluni uomini e che in essa confidano con grande sensibilità per tutta l’esistenza: Arte, religione e filosofia.

Prima di concludere vorrei ricordare in breve la figura di Ortega non descrivendo chi fu…(in rete ognuno può ricercare e approfondire) ma con un suo pensiero, a proposito del motivo per cui scelse Bosco e il Cilento come luogo per vivere..: “Qui sono venuto a costruire un pezzetto di libertà. Lavorare in queste terre, significa osservare e imparare costantemente, per portare poi con noi qualcosa di veramente puro e genuino che valga la pena di aver assimilato. Ci sono dei momenti nella vita dei popoli, in cui gli artisti sentono che un’ arte a contenuto rivoluzionario è una necessità. Quindi non più l’ arte per l’ arte. Noi poeti, musicisti, pittori, noi creatori d’ arte… contro coloro che predicano il disimpegno e l’ evasione… sentiamo che il popolo ha bisogno di forme artistiche che chiamino all’ unione per restituire libertà e democrazia al paese”.

La serata è continuata all’insegna della musica. Scriveva Victor Hugo:”La musica esprime ciò che non può essere detto in parole e che non può rimanere silente.

Con la stima di sempre auguro buon equinozio d’autunno a tutti!

Angelo RISI

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