OLIO DI QUALITA’… NON E’ DETTO CHE E’ LONGEVITA’

“…Verde cupo degli immensi ulivi che tendono i rami al cielo…” con questo pensiero estrapolato da una mia poesia: “Cilento terra mia” datata 1986…vorrei parlarvi dell’olivicoltura e dell’olio cilentano…anche perchè mi sono reso conto che da quando scrivo in questo Blog non ho mai “trattato” tale argomento. Lungi da me l’idea di scrivere un vero trattato…ma solo delle riflessioni su questa coltivazione arborea che occupa gran parte del nostro territorio…fornisce l’olio…una fonte di reddito per l’economia del comprensorio.

La cultivar regina è la “Pisciottana”…maestosa…regna un po’ ovunque da monte a valle e fino al mare…laddove si rispecchia in “acque azzurre che lambiscono morbide spiagge”.

La pisciottana è la più antica varietà…inserita nel nostro contesto ambientale in tempi lontani…solo in epoca moderna…da pochi decenni è stata affiancata da altre cultivar (leccino, rotondella, ecc.).

Se un tempo gli uliveti, per la cultura dell’epoca, necessitavano di pochi interventi manutentivi e di nessun trattamento antiparassitario o fitosanitario – tutto veniva lasciato al buon andamento dell’annata – la raccolta (a terra) poi prevedeva tempi lunghi…alcuni anni fino ad inizio estate.

Oggi, invece, per un cambio culturale: per i risultati qualitativi richiesti da un mercato sempre più esigente – per ottenere un prodotto di buona qualità sono necessari dei trattamenti fitosanitari ed una serie di concimazioni. I tempi di raccolta e di lavorazione sono stati ridotti ai minimi termini.

Un proliferare di esperti, assaggiatori e quant’altro…pronti a “giudicare” la qualità…le proprietà organolettiche…e tutto ciò che è necessario per la “valutazione” al fine di trovare spazio sul mercato del nostro olio cilentano.

Mi è toccato finanche di ascoltare qualche politico di turno…che avendo una cultura a 360 gradi (a suo dire è ovvio) ostentando un linguaggio forbito sosteneva che il Cilento non produce olio di qualita’. Detto da chi ha tutt’altri “titoli” e compentenze e che…se gli metti in un piatto una oliva ed un chicco d’uva…quasi sicuramente ha problemi a distinguere l’una dall’altro…ma poco importa…intanto parla…ma va bene così: in questo caso al politico non gli importa di sapere…di approfondire. A lui necessita la visibilità…ergersi a sapiente di ogni cosa…a riscuotere consenso.

Dall’altra parte…grazie alla professionalità e all’impegno di taluni – cultori del territorio e delle sue potenzialità – si parla di olio cilentano DOP…inserito a pieno titolo in un contesto di Eccellenza sia territoriale che nazionale.

Fin qui, polemiche a parte, va tutto bene o quasi.

Dovete sapere che a me piace riflettere…soprattutto quando gli argomenti mi appassionano…come in questo caso per funzioni e competenze…d’altro canto sono un perito agrario…ma anche perchè porsi delle domande è necessario per avere un confronto…per una crescita personale e comunitaria.

Noto delle contraddizioni…in taluni “esperti” dell’agroalimentare e del territorio…in quelli che argomentano sia sulla qualità del prodotto:olio (dei risultati raggiunti), sia sulla tanto “sbandierata” dieta mediterranea. Quasi sempre tanta “cultura” è racchiusa nel medesimo soggetto.

Prima di chiarire meglio ciò che mi “frulla” in testa è necessario ricordare che cos’è e quando “nasce” la dieta mediterranea.

La dieta mediterranea è un modello nutrizionale ispirato ai modelli alimentari diffusi in alcuni paesi del mediterraneo ( come Italia e Grecia) negli anni cinquanta del ventesimo secolo.

Si basa su alimenti tradizionalmente usati nella cucina contadina…tra questi figura l’olio, elemento “cardine”.

Lagane e ceci

Verza e patate

Il concetto di dieta mediterranea è stato introdotto e studiato inizialmente dal fisiologo statunitense Ancel Keys (essendo venuto a conoscenza della “nostra cucina” attraverso i “piatti” della sua governante cilentana (Pioppi): Delia Morinelli, premiata di recente come ambasciatrice della dieta mediterranea ), il quale ne ha dimostrato i benefici effetti sulla longevità e sulla salute.

Ancel Keys

Keys con la moglie Elisabet quando soggiornava in terra cilentana

Delia Morinelli – governante dei coniugi Keys

Non approfondisco questo argomento in quanto chi è interessato avrà modo di ricercare in rete tutto ciò di cui ha bisogno per soddisfare curiosità e colmare lacune.

Evito di parlare delle derrate alimentari necessarie per la dieta mediterranea…che in stragrande maggioranza provengono da altre realtà…a causa l’abbandono dell’agricoltura nelle nostre zone.

Evidenzio, in quanto significativo, che la suddetta dieta sia diffusa nelle aree che si affacciano sul mare mediterraneo dove tradizionalmente vengono coltivati gli ulivi.

E’ risaputo che le tecniche colturali dei secolari ulivi in quegli anni eraro “misere”…potatura, zappettatura,concimazione organica, calce viva al tronco e in rarissimi casi “trattamenti” a base di solo rame.

Nel Cilento gli ulivi erano enormi…solo successivamente sono stati “abbassati” per ovvie esigenze già descrittte. Il prodotto derivato (olio) non veniva classificato. Non si parlava di acidità. In alcuni casi veniva consumato finanche quando per la sua scarsa qualità…corrispondeva all’attuale classificazione di: “lampante”.

Sono figlio di questa terra…sono nato nel 1963…se chiudo gli occhi “rivedo” e “riassaporo” il “pane e olio” della mia infanzia. Non so se la sua gradazione fosse zero o su di lì…so che mi piaceva…e che ancora oggi, per grazia di Dio, sono qui.

Se avessimo quell’olio oggi…sarebbe impensabile commerciarlo…in quanto come in precedenza ho detto: per le leggi del mercato…le caratteristiche e le proprietà organolettiche richieste sono indiscutibili.

Poco importa se per ottenere un olio extravergine…”bombardiamo” la cultivar e l’ambiente di prodotti fitosanitari che salubri non sono. Il fine giustifica i mezzi…direbbe Niccolo Macchiavelli.

Qualcuno dirà: si …ma c’è il biologico…beh…non mi dilungo…è meglio che taccio.

Avviandomi alla conclusione evidenzio la duplicità del pensiero filosofico: da una parte ci vuole un olio “moderno” che trovi spazio nel mercato…dall’altra si parla di “stili di vita sani” (dieta mediterranea compresa) il cui olio era quello dell’annata…forse lampante.

Rinnovo le mie perplessità …ed evidenzio ancora delle contraddizioni in tutto ciò…non me ne voglia alcuno…ma non vorrei che per inseguire troppo la “qualità”…perdessimo di vista la “longevità” che questa terra tanto vantava.

Vi saluto con un video….

Con la stima di sempre!

Angelo Risi

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