Conclusa la XV edizione del Palio del Grano, un viaggio nella memoria della ruralità. Vince il rione Castieddu

 

Il “Palio del Grano” di Caselle in Pittari ideato e realizzato dalla Pro Loco in collaborazione con l’Associazione Terra Madre al fine di valorizzare la cultura contadina è giunto alla quindicesima edizione. È un viaggio nella memoria della ruralità.


Alla gara sono iscritte otto squadre in rappresentanza di otto rioni del paese (Chiazza, Madonna ra Grazia, Forgia-Mardedda, Castieddu, Scaranu, Taverna, Urmu, Pantanedda) con essi sono gemellati altrettanti Comuni denominati “compari”. . Il gemellaggio tra le diverse comunità, circa trenta, è istituito sulla scorta delle relazioni che un tempo intercorrevano tra le persone dei diversi paesi e di successivi contatti.
Nel corso degli anni la manifestazione ha assunto una rilevanza nazionale. Si sono superati i confini cilentani, i rioni si sono gemellati, altresì, con vari comuni d’Italia.

Non è solo una gara di mietitura, ma un laboratorio didattico – culturale. Difatti con il “campo di grano” che dura una settimana, i contadini impartiscono lezioni sulla coltivazione, sull’arte della mietitura, e di tutti i processi tradizionali quali: molitura e panificazione. E’ un momento laboratoriale dove si osserva e si sperimenta. Si conosce e si apprende. Insomma un “viaggio” dalla terra alla tavola. Giunto a Caselle in prima mattinata con Vito Sansone, ci ha accolto l’amico Giuseppe Jepis Rivello.

Già dal primo momento lo scenario che si è presentato ai miei occhi .. unico…magico…un salto indietro nel tempo. Una preghiera in chiesa, la partenza del corteo, i colori delle contrade, il vocio, l’allegria, il folklore..le ceste con le vivande sul capo delle donne, gli abbracci..l’essere tutt’uno. Nulla fa presagire che si tratta di una gara…ma la competizione c’è ed è giusto che ci sia…difatti con grande civiltà, arrivati al “campo” …ci siamo contesi l’ambito stendardo …simbolo di vittoria. Ad ogni squadra è stata assegnata una pista di grano larga 5 m. e lunga 100 m., che con un percorso a staffetta, ha dovuto mietere. Il Palio del Grano viene vinto dalla squadra che per prima miete la propria porzione di campo, osservando comunque i giusti criteri di mietitura e di sistemazione delle fascine di grano.

Quest’anno ha vinto la contrada “Castieddu”. Un’esplosione di gioia ha accompagnato la corsa del caposquadra fino a che non ha conficcato nella “vurredda” (covone) il vessillo del rione.

A noi della contrada “Urmo” è stato assegnato il premio “miglior ristuccio” che significa migliore mietitura e raccolta di tutte le spighe.

Il palio del grano di Caselle resta un evento dei più significativi dell’intero territorio cilentano…un rito ancestrale. Un sentirsi tutt’uno con la natura e un momento di grande intensità umana e relazionale. Grazie al rione “Urmo” e a Caselle tutta per l’accoglienza. 
A gara ultimata ogni relazione umana è stata vissuta all’insegna di grande rispetto, civiltà e solidarietà.

É arrivato il momento della trebbiatura (fase conclusiva).. i covoni di ciascuna partita vengono slegati e disposti su una superficie circolare ( aia).

Una coppia di buoi col giogo trascinano una grossa pietra, in modo da frantumare la paglia e sgretolare le spighe. Di tanto in tanto i buoi si fermano e i contadini coi tridenti rivoltavano i covoni non ancora sbriciolati (a vutata di l’aria). Seguirà la spagghiata, non appena mina u ventu: coi tridenti si butterà in alto la paglia che verrà trascinata poco distante mentre il grano cadrà sul posto. Alla fine, quando la quasi totalità della paglia sarà andata via, si userà la pala per liberare il grano dalla pula residua e si passerà alla cernita. Infine alla misura, “rito” culminante.

 

L’arrivo dei buoi per la “pisatura”…

un tuffo nei tempi andati..la voglia di rivivere la genuinità e la salubrità…la riscoperta di una sana ruralità. Con l’antico anche il moderno…

difatti con l’ausilio delle trebbie si è provveduto alla “trebbiatura”….così il chicco è uscito dalla pula (involucro che riveste il grano)…passato e presente…tutto ha “parlato”..in questa giornata vissuta in amata terra cilentana.

Poi è iniziata la festa…sull’aia di quel podere che per mesi ha visto il grano crescere..si è condiviso con tutti un momento di cordialità, di ospitalità, di allegria, di relazioni, di grande umanità.

Con la stima di sempre

Angelo Risi

Foto e video di Vito Sansone

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